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9 giugno 2021
Taskforce Culture: Comunicato stampa
Comunicato stampa del 8 giugno 2021
Presa di posizione sul certificato Covid, attualizzata il 08.06.21
La Taskforce Cultura prende una posizione chiara e critica sulla questione del certificato Covid; nelle scorse settimane ha difeso di fronte a politici e istituzioni il suo parere, di cui riprende e riassume in seguito gli aspetti principali:
- Il certificato Covid è un documento che avrà importanza soprattutto come base per consentire i viaggi internazionali, cosa che vale anche per lavoratrici e lavoratori del settore culturale.
- Il suo utilizzo nel settore culturale in Svizzera è accettabile al massimo in una fase transitoria molto breve e chiaramente definita, e non può in nessun caso essere l'unica soluzione per l‘organizzazione e la partecipazione a manifestazioni culturali.
- Se implementato in modo pragmatico il certificato Covid può rendere di nuovo possibile in tempi rapidi la realizzazione di grandi eventi e di manifestazioni di danza nei club.
- Per gli organizzatori di manifestazioni culturali deve rimanere in vigore la possibilità di organizzare eventi utilizzando piani di protezione convenzionali, sull’utilizzo del certificato Covid non vi deve essere alcun’obbligatorietà.
- Un’eventuale decisione di non utilizzare il certificato Covid non deve far perdere agli organizzatori la possibilità di accedere alle misure di compensazione.
- Nel caso in cui si utilizzi il certificato Covid non devono essere imposti ulteriori requisiti come limiti di capienza, possibilità di consumare unicamente da seduti e obbligatorietà delle mascherine igieniche.
- L’emissione del certificato Covid dev’essere facile e rapida (anche con poco preavviso).
- Nel caso in cui si utilizzi il certificato Covid eventuali costi per infrastrutture e personale supplementari o per l’esecuzione dei test devono essere coperti dalla Confederazione e/o dai Cantoni.
- Gli organizzatori non devono avere alcuna responsabilità nel caso in cui un/un’ospite dovesse presentare un certificato Covid falso e/o se dovessero verificarsi infezioni durante l’evento.
L’utilizzo del certificato Covid presentato dal Consiglio federale in data 19 maggio e 4 giugno è un aspetto controverso anche all’interno del settore culturale svizzero. Si riconosce che esso giochi un ruolo importante per quel che concerne i viaggi interazionali, soprattutto per le professioniste e i professionisti della cultura. Se messo in atto in modo pragmatico e per una fase transitoria breve e ben definita nel tempo, esso può facilitare la ripresa di alcuni tipi di manifestazioni culturali pubbliche, come per esempio i grandi eventi o le manifestazioni di danza nei club. Nel contempo, però, ci sono altri settori della cultura che rifiutano l’idea di fondo di manifestazioni destinate unicamente a un pubblico certificato, e la loro posizione non deve in alcun modo svantaggiarli economicamente. Sulla base di queste considerazioni non sarà possibile trovare una soluzione completamente uniforme per tutti i settori e tutti i tipi di eventi, e questo deve essere rispettato dalle autorità. Secondo quanto annunciato dal Consiglio federale lo scorso aprile al momento della presentazione del modello in tre fasi, non appena si raggiungerà la terza fase (allo stato attuale delle cose probabilmente nel mese di settembre 2021), tutti i requisiti per la realizzazione di eventi saranno gradualmente abbandonati. Prendiamo in parola queste dichiarazioni. Fino ad allora deve continuare ad esserci la possibilità di organizzare manifestazioni culturali anche con la messa in atto dei concetti di protezione convenzionali e senza l’obbligatorietà di un certificato.
Le seguenti condizioni devono essere soddisfatte:
Nessuna esclusione – accesso alla cultura per tutti
Il certificato Covid non deve portare all' « esclusione culturale » di determinate categorie di persone, si pensi, per esempio, ai giovani che non possono ancora essere vaccinati. Occorre pertanto garantire fin dall'inizio che tutte le categorie di persone possano ottenere un certificato senza difficoltà, indipendentemente da determinate caratteristiche o dal loro status (per esempio accettando anche documenti d'identità non ufficiali). L'accesso ai test qualificati - compresi i test per il rilevamento del livello degli anticorpi - deve essere gratuito e a bassa soglia, e i Cantoni devono garantire la capacità testare per far fronte a un aumento della richiesta, ad esempio in previsione di un grande evento.
Libertà di scelta sul metodo
Per le stesse ragioni, gli organizzatori di eventi devono essere liberi di scegliere se vogliono utilizzare il certificato, o se invece preferiscono mantenere i concetti di protezione convenzionali. Se un organizzatore di eventi decide di utilizzare il certificato Covid, non deve mettere in atto ulteriori requisiti come le mascherine obbligatorie, il distanziamento, le restrizioni sulla capienza o il consumo unicamente presso i posti a sedere (si confronti ad esempio l'Eurovision Song Contest 2021 con 3.500 persone senza mascherine in una sala di 3.500 posti). Questa regola dev’essere applicata uniformemente a tutti gli eventi, indipendentemente dal numero di persone che vi partecipano.
Mantenimento delle misure di compensazione
Indipendentemente da questa discussione, gli organizzatori di eventi (così come gli operatori culturali) continuano a fare affidamento sulle misure di compensazione. Questo diritto deve rimanere in vigore senza esclusioni, in ogni caso, ci vorranno diversi mesi prima che il settore culturale torni a «regime normale».
Limite di tempo chiaro e più breve possibile
Dal punto di vista del settore culturale, il certificato Covid può essere solo una soluzione transitoria temporanea che resti in vigore fino alla fase di normalizzazione. Esso non ha spazio in un prevedibile ritorno alla normalità, così come non lo ha nessuna delle altre misure.
Altre questioni aperte
Infine, dal punto di vista del settore culturale, ci sono ancora numerose questioni aperte altrettanto importanti che riguardano la gestione pratica, come per esempio: l’approvazione di autotest affidabili; la presa in considerazione e la copertura dei costi dei test per il rilevamento del livello degli anticorpi; l’effettiva capacità dei Cantoni di fornire una quantità di test sufficienti per far fronte all’affluenza prima dei grandi eventi (anche per evitare che le persone debbano essere testate più volte durante gli eventi che durano diversi giorni, così come il personale che lavora all'evento).
A proposito della Taskforce Culture: www.taskforceculture.ch
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